“Se butti male… Finisce in mare!” è un progetto educativo di Legambiente e Corepla (Consorzio Nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica) ed è rivolto agli studenti delle scuole primarie e secondarie d’Italia.
Lo scopo del progetto è quello di sensibilizzare ed educare i giovani studenti alla prevenzione dei rifiuti in mare – specialmente sul problema della plastica.
Anche quest’anno, il Circolo Legambiente “Le Rondini” di Anzio e Nettuno ha promosso il progetto “Se butti male… Finisce in mare!” in due istituti del nostro territorio, grazie all’intervento educativo di Manuela Mariani – socia del circolo: ad aderire al progetto sono state due classi dell’Istituto Tecnico “Emanuela Loi” (I°A e I°B) e due classi dell’I.C. “De Franceschi” (I°B e I°E).
Il progetto ha previsto inizialmente degli incontri online (causa Covid), in cui è stato illustrato ai ragazzi il problema sia quantitativo che qualitativo dei rifiuti in mare, specialmente della plastica, attraverso i grandi numeri dell’inquinamento marino, in mare e sulla spiaggia – il “marine litter”. L’ultimo monitoraggio di Legambiente (2020) ha dimostrato come per ogni 100 metri di arenile ci sono 654 rifiuti, di cui l’80% è plastica: a seguire, vetro, metallo, carta e altri materiali. Sul podio troviamo pezzi di plastica e mozziconi di sigarette ma anche mascherine e guanti, derivanti dell’emergenza sanitaria ancora in corso: questi provocano soffocamento, malnutrizione ed esposizione a sostanze tossiche agli animali marini – di cui l’83% di essi ha ingerito plastica. Al momento sono state trovate 6 isole di plastica (Garbage Patch) negli oceani e 82 tonnellate di plastica vengono sversate ogni ora nei mari: il 70% è depositato nei fondali, il 15% galleggia in superficie e il 15% rimane nella colonna d’acqua.
Dopo aver compreso, quindi, da dove provengono questi rifiuti (la maggior parte sono imballaggi non smaltiti correttamente) e cosa si può fare per ridurre la quantità che produciamo ogni giorno (la regola delle “tre R – riduci, riusa, ricicla), l’ultimo incontro con le classi si è svolto direttamente sulla spiaggia. I ragazzi hanno potuto così rendersi conto della situazione reale dei rifiuti in spiaggia, riconoscerli e classificarli, proponendo soluzioni per un problema così serio e importante per la salute del Pianeta e di tutti noi: se vogliamo evitare che, davvero, nel 2050 la quantità di plastica negli oceani superi quella dei pesci, dobbiamo cambiare, adesso, le nostre abitudini.
Lavorare con i ragazzi di entrambi gli istituti è stato molto stimolante: il confronto diretto con le nuove generazioni è necessario per apportare loro una maggiore consapevolezza sull’importanza delle nostre azioni quotidiane e sull’impatto che le nostre scelte di vita hanno sul Futuro dell’Ecosistema intero.
Cambiare rotta è possibile: il momento di agire è ora.
Manuela Mariani